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Il racconto dell’ancella

Titolo: Il racconto dell’ancella
Autore: Margaret Atwood
Editore: Ponte alle Grazie
Anno edizione: 2017
Pagine: 400 p., Brossura

Ho preso questo libro in mano la scorsa estate, dopo cinque giorni di binge watching dell’omonima serie televisiva (The Handmaid’s Tale, che peraltro consiglio). Sapendo già la trama temevo che il romanzo non mi avrebbe coinvolto, ma non è stato così.
In un futuro in cui la terra è stata devastata dalle radiazioni e in cui il tasso di crescita della popolazione è pari a zero, gli Stati Uniti sono diventati un regime totalitario che ha preso il nome di “Repubblica di Galaad. Tale regime si basa su un totale asservimento delle donne agli uomini, le donne infatti non possono più leggere o scrivere e, le poche fertili rimaste, sono costrette a diventare ancelle. L’unico scopo delle ancelle è quello di procurare figli ai Comandanti e alle loro mogli sterili; sono private del loro nome e di ogni libertà e affidate ad un Comandante con il quale sono costrette ad avere rapporti sessuali in un complicato e aberrante rituale che ricalca la storia di Rachele e Giacobbe.
È DiFred, una di loro, a raccontarci le terribili condizioni di vita che è costretta a subire, ma soprattutto a ricordarci della vita prima di Galaad, quando lei aveva un marito, una figlia, un lavoro ma soprattutto la libertà. Tramite i flashbacks di DiFred la Atwood ci mostra come il passato che la donna ricorda sia terribilmente simile al nostro presente e di come l’avvento di Galaad sia accaduto impercettibilmente, togliendo una libertà dopo l’altra.
“Vivevamo, come al solito, ignorando. Ignorare non è come non sapere, ti ci devi mettere di buona volontà. Nulla muta istantaneamente.” racconta DiFred lasciando nel lettore l’inquietante pensiero che più che un romanzo distopico, “Il Racconto dell’Ancella” sia un’inquietante previsione del nostro futuro.9788868337421_0_0_0_75